sabato 2 aprile 2016

Cambio cono dell'amplificatore per chitarra. Mini guida. Tutorial

Cambio cono amplificatore chitarra, guida, tutorial.

Non sono un tecnico, lo dico subito, sono un chitarrista abbastanza approssimativo, ma quando si tratta di scegliere l'attrezzatura giusta divento pignolo e precisino.
In questo articolo voglio farvi partecipi in modo molto semplice dei passaggi fondamentali e delle scelte tecniche che ho fatto di persona per cambiare la mia cassa da chitarra.
Spero che la piccola guida che segue possa essere di aiuto a qualche altro chitarrista, magari un po’ cialtrone come me, che non ha voglia di perdere delle ore in rete ma vuole trovare i concetti fondamentali condensati e descritti in termini poco tecnici.

Primo passo: quanto grande deve essere la cassa.
Bisogna scegliere la grandezza del cono ed il numero dei coni; generalmente le casse più usate sono la 1x12, la 2x12 e la 4x12 (dove il primo numero è il numero dei coni ed il secondo la grandezza del cono in pollici). In molti hanno fatto calcoli precisi, ma va da sé che maggiore è il numero dei coni maggiore è l’aria che si muove, la grossezza del suono, la tridimensionalità ed anche il volume. Se ci si mette a fare calcoli si può dimostrare che con gli stessi coni, tra una 1x12, una 2x12 ed una 4x12 vi sono differenze sensibili in termini di pressione sonora, attorno a 3 dB (decibel), oppure che passando dalla 1x12 alla 2x12 si percepisce lo stesso volume ma a distanze sensibilmente superiori.
Il vero problema è che i coni e le casse pesano e pertanto portarsi dietro un armadio 4x12 non è così facile come trasportare una cassa con un solo cono.
Da quanto si vede in giro mi sembra che ci sia una tendenza ad avere casse più piccole, la mitica 4x12, usatissima negli anni d’oro del rock, si vede sempre meno a vantaggio delle sorelle minori.
La 2x12 viene spesso descritta come cassa ottimale in quanto rappresenta il giusto compromesso tra peso e numero di coni, ma anche queste casse pesano parecchio, specialmente se montano coni pesanti diventano macigni. Un tipico combo 2x12, ad es. il Fender Twin Reverb, pesa circa 30 kg e vi garantisco che non sono pochi.
E’ utile tenere a mente che se ho un amplificatore a basso wattaggio (15 watt o minori) da casse 4x12 non esce un gran suono, meglio optare per casse con meno coni; da qualche parte ho letto che sarebbe come mettere un motore di una 500 su una Ferrari.
Io che sono pigro ho scelto la cassa più leggera, la 1x12, secondo me oltre ad essere molto comoda non perde poi così tanto rispetto alla 2x12 in termini sonori, specialmente se ci mettiamo il cono giusto. Inoltre se suoniamo su grandi palchi e veniamo microfonati non ci sono differenze con le altre casse.
La 1x12 perde un po’ come ampiezza e tridimensionalità del suono se suoniamo in club non microfonati.

Secondo passo: i watt del cono
Su questo punto ci soffermeremo poco, basta dire che i watt del cono sono la potenza che il cono può sopportare. La regola è quella di scegliere coni con potenza maggiore, anche se di poco, della potenza massima erogata dall’amplificatore. Coni che sopportano potenze inferiori a quella massima dell’amplificatore si possono rompere se aumentiamo troppo il volume.
Il discorso sul wattaggio dei coni è molto flessibile, ad es. alcuni coni, specialmente quelli vintage come l’Elettro Voice, sopportano potenze elevatissime, anche 300 watt, ma questo non significa che tali coni non si possono montare su amplificatori di piccolo wattaggio.
Generalmente se uso casse 2x12 o 4x12 posso montare coni a wattaggio più basso, perché se collego i coni in parallelo si sommano i watt. Nel caso di casse 1x12 si tende a montare coni con wattaggio maggiore.

Terzo passo: l’impedenza del cono (Ohm).
Su questo argomento si sono scritti fiumi di parole e sono sorte numerose legende metropolitane.
Come ho già detto non sono un tecnico pertanto prendete quello che scrivo come scritto da un amico che si è informato, ma non da un tecnico.
La regola è che l’impedenza di uscita dell’amplificatore deve essere uguale all’impedenza del cono, anche se come vedremo possono esserci delle varianti rispetto alla regola.
I coni da chitarra hanno impedenze di 4, 8 o 16 Ohm e i trasformatori di uscita degli amplificatori possono avere o una o più uscite con valori diversi di impedenza. Basta selezionare la stessa impedenza del cono o comperare un cono con impedenza uguale a quella dell’amplificatore.
Quando l’amplificatore ed il cono hanno impedenze diverse si dice mismatch.
In alcuni post si legge di persone in ansia perché hanno sbagliato a selezionare l’impedenza giusta, cioè non hanno messo l’impedenza di uscita dell’ampli uguale a quella del cono. Ragazzi tranquilli, sui valvolari non succede nulla o quasi, almeno se siamo su differenze di impedenza di 1 a 2. Sui libretti di istruzione di alcuni amplificatori il mismatch è addirittura riportato come pratica possibile.
Si sconsiglia il mismatch, ma vediamo cosa succede sugli ampli valvolari con mismatch non esagerati, ad es. 4 e 8 Ohm.
Nel caso in cui l’impedenza di uscita dell’ampli è minore di quella del cono, ad es. 4 Ohm per l’ampli e 8 Ohm per il cono, il trasformatore sarà più sollecitato, si avrà un aumento delle medie frequenze ed un piccolissimo abbassamento del volume.
Nel caso contrario, amplificatore 8 Ohm, cassa 4 Ohm, si avrà un maggior affaticamento delle valvole finali ed una diminuzione, anche se contenuta, delle medie frequenze.
Io che ho un amplificatore vintage molto vecchio, ho delle impedenze di uscita con valori strani e pertanto sono costretto farlo lavorare in mismatch, anche se dentro limiti contenuti. Devo dire che all’amplificatore non è mai successo niente, ed anzi, a volte si possono sperimentare sonorità diverse.
Veniamo ora alla regoletta ripetuta in molti siti di come si calcola l’impedenza quando ho due coni uguali. Se i coni sono collegati in parallelo l’impedenza dei coni si dimezza, cioè se ho due coni con impedenza da 16 Ohm collegati in parallelo l’impedenza totale e 8 Ohm. Se i coni sono collegati in serie l’impedenza si somma, cioè se ho due coni da 8 Ohm collegati in serie l’impedenza totale è 16 Ohm.

Quarto passo: l’efficienza del cono (dB).
Questo è un punto cruciale. L’efficienza o sensibilità del cono è la cosa che incide in maniera determinante sul volume totale del vostro setup.
L'unità di misura della sensibilità dei coni è il decibel (dB) e serve a valutare la pressione sonora prodotta, quindi il volume percepito. Si misura ad un metro di distanza dal cono a cui viene trasmesso un segnale della potenza di 1 Watt.
In generale i coni da chitarra hanno un’efficienza variabile da 96 a 103 dB (gli amplificatori economici montano coni con efficienza anche minore di 90 dB), questa differenza può sembrare poca cosa ma in realtà la differenza in termini di volume percepito è grandissima.
Sulla rete si trovano vari esempi di calcolo, ma basta pensare che 3 dB di differenza di efficienza del cono corrispondono ad un raddoppio della potenza dell’amplificatore.

Quindi, se avete amplificatori a basso wattaggio e volete aumentare in modo significativo il vostro headroom (la riserva di volume pulito), la strada obbligata è quella di aumentare la sensibilità del vostro cono.

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